Francesco Primaticcio architetto
Sabine Frommel
Frommel, S. (a cura di), con la collaborazione di F. Bardati: Francesco Primaticcio architetto, Milano, Electa, 2005, 352p., ill. col e B/N, ISBN 88-370-3141-4
(Mondadori Electa spa, Milano 2005)
Compte rendu par Daniela del Pesco
L’attività di Francesco Primaticcio (1503-1570) è assai enigmatica a causa della distruzione di molte opere citate dai documenti e delle commistioni tra pittura, decorazione, architettura che pongono il problema se sia possibile isolare ed identificare gli aspetti strettamente architettonici nella complessa identità dell’artista.
Dopo la monumentale monografia di Louis Dimier (Le Primatice, peintre, sculpteur et architecte des rois de France, Parigi 1900) nessuno studio ha dato spazio alla sua attività di architetto ; l’arduo compito di ricostruirla è stato di recente affrontato da Sabine Frommel che ha ideato un bel volume edito da Electa. Nel saggio centrale dedicato all’opera architettonica in Francia, Sabine Frommel afferma che : « Sul piano metodologico studiare l’opera di Primaticcio architetto significa accettare una sfida. La parte più rilevante di quest’opera è scomparsa : demolite la Rotonda dei Valois e le fabbriche per Charles de Guise, solo una restituzione grafica delineata sulla base di descrizioni e di rappresentazioni ulteriori permette di resuscitarla. Tale approccio esige dunque pazienza da parte del lettore, che dovrà aprirsi la strada assieme a noi attraverso fonti multiple, spesso contraddittorie, al fine di creare un’immagine coerente ». Per cogliere la specificità del linguaggio architettonico e dell’evoluzione stilistica di Primaticcio, Sabine Frommel dispone in ordine cronologico gli edifici, ricostruiti virtualmente sulla base di un esauriente esame delle testimonianze grafiche pervenute e li pone a confronto con gli interventi sopravissuti a Fontainebleau. Le invenzioni architettoniche per i fondali dei quadri e dei disegni sono utilizzati come materiale di supporto, pur tenendo presente l’eterogeneità tra linguaggio fantastico della rappresentazione e quello, reale, del costruito.